FONTANA ELISABETTA


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Dott.ssa Sabrina Falzone

Recensione


LA PITTURA ECLITTICA DI ELISABETTA FONTANA.
SEGNO, MATERIA E INTROSPEZIONE

INTIMA-MENTE


Dramma, tormento, passione e silenzio vegliano sulle tele della pittrice Elisabetta Fontana, che con efficace impeto emozionale effonde sull'immagine artistica tutta la sua giara di sensazioni brulicanti, per troppo tempo rimaste soppresse nei forzieri dell'anima. Come un'impavida deflagrazione fluviale, come una violenta esplosione di gemiti, la pittura dell'autrice parmense sfonda gli argini dell'autodisciplina, lasciando libera la sua interiorità di esprimersi nel colore e nella materia.
Pulsioni personali e percezioni oggettive s'incontrano nella solerzia del segno su superfici febbrili e ataviche. Angoscia e infelicità protestano contro memorie madide di pianto, contro cognizioni pregne di sgomento e cariche d'ira: è l'apologia dell'istinto, l'encomio del sentimento.
Nel calvario segnico di "Attesa" Elisabetta Fontana ci mostra con impressionante veridicità lo spettro dell'ansia umana, la trepidazione di una sfuggente percezione temporale che si leva ad emblema di caducità in sospensione. Questo teatro di gibbosità materiche esprime con intensità le tensioni esistenziali che emergono peraltro anche nell'opera intitolata "Anima danzante", dove il senso del dinamismo è dato da una pennellata scaltra e rapida. Le tinte caliginose di entrambi i dipinti divengono evocatrici di non lontani trapassi spirituali.
Lo straordinario spettacolo di crettature stratificate, che domina la superficie materica di molti dipinti di Elisabetta Fontana, ci rammenta le complessità del vissuto e demarca le soglie di un probabile aldilà, aleggiando tra enigma e sentenza.
Questa pittura eclittica è investita di nuovi significati che sublimano l'esperienza dell'introspezione, estraendone il liquido vitale e proiettandolo sull'energia cosmica della comunicazione artistica mediante l'impiego puntuale della tecnica mista.
Le superfici opache delle tele di Fontana diventano contesti spettrali e scenari vessatori se si pensa che esse altro non sono che il riflesso eclatante dell'ardito viaggio nell'inconscio dell'artista. Non a caso, è un modus pingendi che si orienta ad un segno essenzialmente autobiografico, reduce dall'esperienza di un ventennio di esecuzioni creative, tenute sottochiave nelle stanze della sua anima.
La pittura di Elisabetta è esternazione elaborata del suo pensiero, tradotto in immagine, segno e materia, guidata da una ricerca introspettiva che ambisce alla conoscenza di sé stessa. E' un'idea che si concretizza in arte, idea ansiosa di trovare il suo spazio oggettuale nella realtà.
Sono le inquietanti crettature di "Assenza" e "Vortice" a spronarci all'emozione, spasmi dell'anima che riverberano in attimi patetici o atti materici e in solchi purpurei che trafiggono l'universo umano in "Momenti" e "Intima-mente", lacerazioni dell'anima che scavano ferite profonde, indagando un'archeologia sottesa della psiche, fenditure del corpo e della mente, ferite ancestrali mai più rimarginabili.
Il quadro "Intima-mente" è nodo cruciale degli studi pittorici condotti da Elisabetta Fontana, in quanto esso funge da cerniera della sua intera produzione artistica. Qui è evidente lo sviluppo e la rielaborazione personale del concetto di cambiamento, che viene interpretato come metamorfosi irreversibile di uno stato interiore. Sulla superficie corazzata dell'anima ogni variazione esistenziale viene registrata e impressa per sempre.
La produzione eclittica dell'autrice subisce, tuttavia, uno stemperamento cromatico nei dipinti intitolati "Fluire" e "Pace", dove assistiamo al connubio emotivo del colore con l'intero assetto materico, a sottolineare messaggi di rappacificazione interiore e sentimenti legati alla quiete psichica e ad una serenità ritrovata e conquistata a caro prezzo.
In sintesi, il percorso artistico di Elisabetta Fontana si snoda dall'attraversamento dei tumulti quotidiani al superamento di essi attraverso la conquista di una consapevolezza profonda, quindi al raggiungimento di un equilibrio interno, ormai fortificato dalle innumerevoli sfaccettature, talvolta drammatiche, del vissuto personale.
Tali prerogative vengono soddisfatte da un'evoluzione autodidatta con il sostegno collaterale di un linguaggio contemporaneo e di uno stile informale che punta alla sperimentazione antiaccademica e, dunque, al rifiuto di modi pittorici preesistenti, fondandosi sulla catarsi segnica.



Novembre 2008
Dott.ssa Sabrina Falzone
Critico e Storico dell'Arte




ATTIMI MATERICI



Attimi materici sono impressi sulle tele di Elisabetta Fontana come timbri visivi dell'elaborato procedimento introspettivo perpetrato dall'autrice parmense.
Un'eco teatrale si ode nell'incontro diretto con le sue opere d'arte che effondono una particolare sensibilità creativa, scaturendo una variegata stratificazione emotiva.
E' la materia a dialogare con lo spirito, mentre il colore, steso fugacemente sulla tela, riverbera di sensazioni e stati d'animo che seducono irreversibilmente l'osservatore, il quale è fortemente coinvolto dal tripudio materico delle superficie dipinte.
Superfici ruvide, sature di corposa emozione ed incrinate dal tempo, rappresentano il tappeto pittorico su cui avanza la ricerca artistica di Fontana, scandita da gesti e segni che lasciano trapelare non soltanto l'estrema energia artistica, ma sopratutto le armonie ed i conflitti interiori di una vita alla continua scoperta di se stessa.
Da autodidatta, trova nella pittura il canale espressivo per comunicare la propria interiorità attraverso opere d'arte dal particolare impatto visivo.
La rassegna artistica indaga i percorsi dell'anima di una raffinata interprete dell'universo informale.


Settembre 2009
Dott.ssa Sabrina Falzone
Critico e Storico dell'Arte





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